Che cosa è la Balbuzie?
La balbuzie è un tipo di disturbo di comunicazione e di espressione a causa del quale, quando una persona parla, il flusso del discorso è compromesso da alcuni fattori come:
-ripetizioni di una parola (lui, lui, ha detto che),
-prolungamento di una parola particolare (hhhheeeeee detto)
-rotture improvvise che portano a blocchi in discorso e non producono suono.
La balbuzie è spesso accompagnata da un sacco di espressioni facciali che assumono una forma insolita. Affrontare un discorso per le persone che soffrono di questo disturbo è estremamente imbarazzante . La balbuzie può presentarsi anche solo in determinati momenti o episodi. Il soggetto potrebbe avere le tecniche vocali perfettamente normali e poi improvvisamente balbettare in determinate situazioni.
Vediamo quali sono le cause della balbuzie e balbuzie nei bambini :
1) La genetica gioca un ruolo importante nelle balbuzie. Questo accade perché c’è un problema di base e cioè il modo in cui il cervello gestisce discorso. Per dirla semplicemente, vi è un problema nel cablaggio del cervello. Le aree che collegano l’ ascolto del suono sono interrotte e quindi non si riproduce il suono così com’è. Quindi ci sono difetti evidenti nel modo in cui il discorso viene fuori.Un bambino che balbetta di solito ha avuto qualcuno in famiglia che balbetta .
2) Apprendimento : Questo accade per la maggior parte dei bambini, soprattutto quando sono in fase di sviluppo e stanno ampliando il loro vocabolario. Ma, man mano che crescono e sviluppano le competenze, i sintomi lentamente svaniscono da soli, finché il loro discorso si perfeziona. I bambini che hanno disturbi del linguaggio sono anch’essi probabili balbuzienti.
3) I motivi psicologici non portano a balbettare, ma possono peggiorare la situazione. Questi fattori includono bassa autostima, scarsa fiducia, aspettative della società, l’ansia da prestazione, stile di vita caotico, i confronti con gli altri, problemi a casa e simili. Tutto ciò può aggravare la situazione .
Trattamento: Questo problema può essere affrontato al meglio con dei trattamenti del linguaggio nelle fasi iniziali , diventa sempre più difficile da correggere con il progredire dell’età.
Ecco alcuni consigli che gli insegnanti e gli stessi genitori possono osservare:
1. Dallo studente disfluente bisogna aspettarsi la stessa qualità e quantità di lavoro rispetto a chi non balbetta
2. E’ necessario educare tutti i membri della classe all’ascolto e al rispetto dei turni di conversazione (disfluente compreso che deve osservare le stesse regole e norme di comportamento). Per tutti i bambini – e soprattutto quelli che balbettano – è molto più facile parlare quando ci sono poche interruzioni e hanno l’attenzione dell’ascoltatore
3. Non completare le parole o anche non parlare al suo posto, anticipandogli le parole. Questo aumenta la frustrazione nel bambino / ragazzo
4. Mantenere lo sguardo e non distoglierlo: è importante ciò che dice e non come lo dice
5. Non dire all’alunno “rallenta”, “stai calmo” o semplicemente “prendi fiato”. Non serve a nulla e gli fa sentire che si è concentrati sul suo modo di parlare. Fondamentale è infatti ridurre la tensione nel bambino nei momenti in cui “si blocca”
6. E’ importante ridurre lo stato di tensione e ansia di chi balbetta perché la balbuzie spesso comporta spasmi e contrazioni muscolari, che si accentuano in situazioni di stress e si balbetta
7. Iniziare la terapia da piccoli porta risultati più efficienti
8. Dare l’esempio nella comunicazione. Spesso un insegnante che parla velocemente induce nel balbuziente l’idea di avere fretta per cui durante un dialogo o una interrogazione egli cercherà di fare in fretta. La velocità per una persona che balbetta unita all’ansia di essere interrogato può accentuare il problema. Con gli studenti che balbettano è necessario parlare senza fretta, facendo buon uso delle pause.
9. Seguire il contenuto, non la difficoltà. Come? Fare delle osservazioni in modo da far capire che si sta ascoltando il contenuto del messaggio, non come lo si dice
10. Avere un confronto con lo studente che balbetta sulle sue esigenze, che vanno rispettate senza però essere accomodanti. Non va trattato da diverso, quindi in definitiva comprensione e mai pena.
Ripetizioni di parti di parole, o di intere frasi; prolungamenti di suoni, blocchi e interiezioni. Il picco maggiore si evidenzia tra i 30 e i 36 mesi e ne soffrono più i maschi rispetto alle femmine in un rapporto di 4 a 1.
“Parlare implica il controllo e la coordinazione di oltre 100 muscoli contemporaneamente – spiega Muscarà – Ecco perché lo studioso del linguaggio, Martin Sommer, ha paragonato la balbuzie al suono prodotto da un’orchestra disorganizzata. Egli spiega che il problema non è attribuibile né ai singoli orchestrali né al cattivo funzionamento di uno strumento in particolare: ogni orchestrale infatti conosce la partitura e ogni strumento funziona perfettamente. Il problema è nel coordinamento delle singole parti che, attivandosi nel giusto timing, rendono possibile il parlare”.
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