L’adolescenza è un periodo di cambiamento in cui la persona si muove dalla dipendenza all’indipendenza, e attraverso una crisi di identità che si esprime attraverso esperienze che possono portare ad un comportamento conflittuale con la propria famiglia , con i professori, e a volte anche con i propri coetanei.
Sessualità in adolescenza
Come si vive la sessualità in adolescenza?
L’adolescenza è una fase caratterizzata da cambiamenti in diverse aree, come quella fisica, emotiva, sociale… Questa fase può essere interessante, ma a volte frustrante, perché gli adolescenti sono visti dai loro genitori e parenti, ancora come bambini.
La parola adolescente deriva dal verbo latino “adolescere” e la sua traduzione è “crescere”, a indicare che si tratta di un momento di passaggio dal bambino all’ adulto .
Molti adulti pensano che non si può parlare di sessualità in adolescenza, dal momento che in questo periodo i giovani non sono abbastanza maturi per essere sessualmente attivi, ma è importante riconoscere che la sessualità comincia a prendere forma in questa fase della vita e per questo è necessario prendere in considerazione , da parte dei genitori, l’idea di dare ai loro ragazzi orientamenti appropriati.
I cambiamenti fisici sono evidenti
Sia gli uomini che le donne sperimentano cambiamenti fisici in questa fase. La voce dei ragazzi inizia a diventare più cupa, la peluria aumenta su buona parte del corpo e comincia a spuntare la prima barba. La donna può vedere la crescita dei suoi seni, l’allargamento dei suoi fianchi, la peluria sui genitali e sulle ascelle, ma cosa più importante comincia il menarca, il ciclo mestruale. Tutti questi cambiamenti sono prodotti da diversi ormoni che cominciano a manifestarsi più forte in questo momento. Per i giovani, questa influenza ormonale è una nuova esperienza e incoraggia il cambiamento del loro stile di vita.
Il nostro modo di vivere questi cambiamenti e processi hanno a che fare con le caratteristiche personali (come ad esempio il sesso, l’età o personalità) e sociali (cultura, istruzione, religione, ecc). Questi cambiamenti portano, di solito, l’ adolescente a sentirsi più autonomo, desideroso di vivere in totale libertà, di sperimentare nuove sensazioni ed esperienze, scontrandosi spesso con gli adulti che, difficilmente, accettano di buon grado. Gli adulti, vedono questo passaggio come un momento difficile sia per i loro figli che per se stessi. Affrontano questa fase sempre con timore e sbandamento, inciampando il più delle volte in errori di comportamento che peggiorano il rapporto con l’adolescente.
Il cambiamento non si limita al fisico, ma a cambiare è in particolare la personalità del giovane e il suo atteggiamenti verso la vita. La sua autostima è particolarmente fragile e in questo periodo si ha la necessità di essere accettati dal gruppo di coetanei, di essere qualcuno e di non essere etichettati come “lo sfigato” del gruppo. La ragione dell’importanza vitale dell’essere accettati dipende dal fatto che in adolescenza il mondo gira attorno a sé e essere visto dagli altri equivale al sapere di “valere qualcosa”. Quando i giovani non sentono di essere accettati o considerati dal proprio gruppo di pari, quando non riescono a soddisfare il loro appetito egocentrico, allora cominciano a manifestarsi i primi problemi emotivi. Di qui la depressione, la frustrazione, l’ aggressività…
La parola sesso diventa più importante
L’ auto-stimolazione è spesso un’attività molto comune nell’adolescenza, non solo all’inizio. Inoltre, questo gioca un ruolo molto importante, in quanto permette al corpo di esplorare, conoscere meglio i propri genitali e il loro funzionamento, e il rilascio di energia sessuale. L’auto-stimolazione consente anche di fantasticare sulla persona che si desidera e prepara l’adolescente al rapporto sessuale con il partner. Di solito l’adolescente condivide questa fase di cambiamenti del proprio corpo con i propri amici, che occupano un posto molto importante. Spesso si ha un migliore amico/a, con il quale si condividono segreti, dolori e gioie, e desideri più profondi. Si tende anche ad avere un gruppo di amici o amici dello stesso sesso. In questi gruppi si condividono esperienze, paure e desideri, si raccontano le cose che sono successe con la persona che piace, questo aiuta a calmare l’incertezza e il dubbio che questi eventi generano.
Alla fine dell’adolescenza, l’identità è più stabile , più sicuro è il modo di relazionarsi con gli altri, e la necessità del gruppo di amici si affievolisce e il giovane adulto, preferisce avere più tempo da condividere con il proprio partner. Questo non significa che non si ha più tempo di frequentare gli amici, ma le relazioni cambiano e si dà un valore maggiore alla privacy.
Di solito gli amori adolescenziali sono brevi, ma molto romantici e intensi. Col tempo , le relazioni sentimentali diventano più durevoli e stabili, e l’ attenzione è focalizzata sui sentimenti e desideri della coppia. Durante le prime esperienze sentimentali c’è anche la preoccupazione di decidere se fare sesso o aspettare ancora. La sessualità non è solo l’atto fisico di un momento, ma è una componente importante nella vita, che coinvolge sentimenti, sensazioni, desideri, emozioni e sogni.
Gli ormoni giocano un ruolo importante in adolescenza, perché sono loro che contribuiscono all’aumento dell’ appetito sessuale.
Fantasie sessuali
I sogni e le fantasie sessuali diventano più frequenti ed esplicite in adolescenza, spesso come un aiuto alla masturbazione. Sembra che la parte fantastica serva a diversi scopi: in genere migliora il piacere dell’ attività sessuale, può sostituire una vera esperienza (non disponibile al momento); l’eccitazione causa l’orgasmo che può essere una sorta di test mentale di fronte ad altre situazioni sessuali (aumento di tranquillità e può anticipare potenziali problemi, come per la sperimentazione di altre attività) e, infine, è un mezzo di sperimentazione sessuale sicuro, controllabile. L’esperienza adolescenziale, in termini di esplorazione per quanto riguarda le fantasie, incide in modo determinante sull’attività sessuale dell’adolescente e sulla loro sicurezza allo stesso modo dei rapporti sessuali.
Modelli di comportamento sessuale
Masturbazione
Kinsey e colleghi (1953) hanno trovato una notevole differenza nell’incidenza di masturbazione negli uomini e nelle donne. Tuttavia, la tendenza attuale indica un aumento di ragazze adolescenti che praticano la masturbazione. La masturbazione negli adolescenti unisce diverse funzioni importanti, come la riduzione di tensione sessuale, migliora la fiducia delle prestazioni sessuali , aumenta il dominio delle pulsioni sessuali, allevia la solitudine e rappresenta una via di fuga dallo stress in generale.
Petting
Kinsey e colleghi lo definiscono come il contatto fisico tra uomini e donne per raggiungere l’eccitazione erotica senza impegnarsi in un rapporto. Recentemente, uno studio basato su interviste a studenti e studentesse del primo anno di college,a cui è stato chiesto delle loro esperienze sessuali nella scuola secondaria, ha mostrato che l’82% ha avuto una stimolazione genitale con il proprio partner, e che il il 40% delle ragazze e il 50% dei ragazzi aveva avuto orgasmi durante il petting (Kolodny, 1980).
Il petting va considerato alla luce dei cambiamenti di atteggiamento che si vedono oggi nel comportamento sessuale degli adolescenti.
Rapporto
La prima esperienza coitale può costituire un episodio di beatitudine, gioia, di intimità e soddisfazione o, al contrario, causare preoccupazione, delusione e senso di colpa. E ‘sbagliato dedurre che i ragazzi e le ragazze che hanno il loro primo rapporto sessuale in età precoce sono promiscui, o che hanno rapporti precoci solo per la voglia di sperimentare, al contrario, alcuni pensano che sia più intrigante trascorrere lunghi periodi di tempo senza fare l’amore spinti dal desiderio di trovare “la persona giusta”. Gli adolescenti che hanno storie più lunghe con lo stesso partner, di solito hanno rapporti con una certa regolarità.
A volte maschi o femmine in attesa di quella prima esperienza si sentono delusi o ingannati se quando accade non è come se lo erano immaginato. Altri scoprono di soffrire di disturbi sessuali che impediscono di godere del contatto intimo. Un terzo gruppo è composto da adolescenti che, inizialmente , hanno apprezzato l’esperienza sessuale, ma perdono interesse quando si rendono conto che il rapporto con il partner ha solo una motivazione sessuale, o quando il legame viene interrotto dopo il primo rapporto e allora ci si sente usati o manipolati. Infine ci sono quelli che, essendo sessualmente attivi, trovano poco o nessun piacere nelle relazioni intime.
NON SOLO UNA QUESTIONE DI ORMONI
Il sesso è un dono meraviglioso in cui l’uomo dà tutto se stesso alla persona che ama. L’atto sessuale in sé dura pochi minuti, ma la sessualità coinvolge i sentimenti, i desideri, le sensazioni. Non è un atto egoistico, in cui si cerca solo il piacere personale, ma si pensa alle esigenze e alle aspettative dell’altra persona.
COME scegliere la persona giusta?
Se la sessualità è così importante per il benessere di una persona, allora bisogna stare attenti quando e con chi essere intimi. Una brutta esperienza sessuale potrebbe rischiare di lasciare una falsa immagine della sessualità per molto tempo.
E ‘comprensibile che i ragazzi siano spinti da molteplici fattori che li portano ad una “corsa contro il tempo” per vivere il sesso. Ad esempio, i maschi vogliono dire ai loro amici che hanno già avuto la loro prima volta e cercano di stare con qualcuno senza badare alle conseguenze. Invece le ragazze possono essere spinte da amiche più esperte o dallo stesso fidanzato che richiede la fatidica “prova d’amore”. Ricordate che se la sessualità viene gestita in modo irresponsabile può portare a conseguenze molto dolorose.
L’attrazione per il sesso opposto è così forte in questa fase della vita, che diventa molto difficile riuscire a contenerla negando loro la frequentazione con amici e coetanei, al contrario, impedirgli di viverla, non farà altro che accentuare maggiormente il problema, se di problema si parla! Non è un caso, quindi, che i genitori siano estremamente preoccupati per il comportamento dei loro figli, soprattutto quando si tratta di donne, per loro vivere la prima esperienza sessuale precocemente può significare una variazione inattesa del loro stile di vita o una alterazione dei loro progetti futuri a causa di una gravidanza indesiderata . La prima cosa da fare per un genitore è rispettare la privacy dei loro figli adolescenti, quindi evitare di spiarli o pedinarli. Molto più efficace e salutare è la via del dialogo. L’ideale sarebbe creare fin dalla prima infanzia un rapporto aperto , riuscire a parlare con loro e rispondere a tutte le loro domande, nel modo più sincero possibile. Se questo rapporto ideale non è stato costruito dall’infanzia, non sarà facile per voi riuscire ad affrontare con i vostri figli un argomento così delicato come il sesso, ma se lo affronterete con rispetto e sincerità, mettendovi nei loro panni, mostrando i vostri limiti di genitori e di esseri umani, vedrete che i vostri figli non vi giudicheranno e riuscirete a farvi ascoltare e questo vi porterà più vicino a loro.
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L’amore in adolescenza
Primi Amori
Un detto dice : “ L’amore non ha età” , e mai frase fu più appropriata per sostenere la tesi secondo cui non bisogna aver raggiunto la maggiore età per innamorarsi, ad ogni età si può vivere un piccolo, grande amore. Un bambino può cominciare a provare, in modo consapevole, emozioni come tristezza, gioia, rabbia sin da piccolissimo, 3-4 anni, e allora perché non “ l’amore” che, in fondo, non è altro che la sintesi di tutte queste emozioni? La comunicazione affettiva è presente fin dal concepimento grazie alla simbiosi esistente tra madre e feto.
-Da adolescenti cosa si cerca nell’altra persona?
Nella relazione amorosa l’adolescente cerca nell’altro un duplicato di se stesso, la risposta a quello che gli manca per sentirsi completo, un compagno di giochi, un complice con cui sperimentare le prime trasgressioni, un fido confidente . L’adolescente vive l’amore in modo totalizzante, intenso, passionale ed è convinto che non ci sia niente di più importante e che la sua storia durerà per sempre. Tipico dell’adolescenza è l’idealizzazione, a volte totale, della persona amata che spesso si accompagna ad un distacco dalla famiglia. Quando questo accade significa che,per lui,al mondo esiste solo “l’altro/a” , e l’altro diventa il catalizzatore umorale dei suoi stati d’animo.
Ciò che differenzia un rapporto tra due adulti da un rapporto tra adolescenti è che tutto quello che l’adolescente vive in relazione all’altro è “nuovo” e ciò che impara, nel bene o nel male, farà parte del suo bagaglio di esperienza, che lo aiuterà, quando sarà adulto, a supportare e incanalare quel fluido emozionale che da adolescenti ci coglie impreparati. L’adulto ha imparato che nella relazione amorosa ci sono diverse fasi, e che superata la prima, quella dell’innamoramento, in cui viviamo un esperienza magica e sentiamo di aver raggiunto la nostra completezza, ne verranno delle altre che potrebbero portare il rapporto a destabilizzarsi, ma l’adulto sa anche, per esperienza e maturità, che ogni crisi può essere superata se alla base del rapporto c’è amore e rispetto. Questo, purtroppo, non accade per l’adolescente, che dopo la prima fase , l’innamoramento, difficilmente riesce a superare le fasi che seguiranno. Questo accade perché per l’adolescente è difficile accettare che un rapporto cominciato con l’attrazione e la passione, tipica di questa età, possa trasformarsi in qualcosa di diverso, così per lui è più facile chiudere una storia e ricominciarne una nuova per riprovare quelle sensazioni di sbandamento emotivo, eccitazione e turbamento che di solito si provano all’ inizio di una relazione sentimentale.
L’esperienza dell’amore è essenziale, come molte altre cose, l’ adolescente dovrà baciare un sacco di rane prima di trovare il suo “principe” , è importante non farsi travolgere dalla disperazione e dalla fretta se si vuole arrivare al lieto fine, la sua vita amorosa è solo all’inizio. E’ meglio aspettare che qualcuno ci ami per quello che siamo e non arrendersi all’amore non corrisposto, “amiamo ma non ci ama”, per la paura della solitudine, perché il prezzo da pagare sarebbe davvero troppo alto.
La capacità di gestire in modo sano un rapporto di coppia dipende dalle relazioni che l’adolescente ha vissuto precedentemente con la sua famiglia, poiché queste determinano in termini pratici la maturità sentimentale di un adolescente. L’amore in adolescenza spesso è vissuto così intensamente che, a volte, finisce a causa della ricerca di un ideale creato dall’ immaginario fornito dalla famiglia, dall’ influenza sociale e in generale dai mezzi di comunicazione .
Così, quando un adolescente affronta una esperienza d’amore, di solito ha una percezione distorta della realtà e tende ad esagerare le qualità della persona, in modo da metterlo su un piedistallo fino al punto di pensare di condividere il resto della sua vita con lei.
La qualità e l’affidabilità di queste relazioni tra adolescenti dipendono dal legame che l’adolescente ha vissuto con i suoi genitori, in particolare con sua madre. Infatti, se l’adolescente dimostrerà nel rapporto di coppia una tendenza alla dipendenza affettiva , questo lo si deve in parte alla qualità del rapporto affettivo con sua madre.
Che cosa determina la capacità di innamorarsi?
Così come esiste il coefficiente IQ cognitivo, esiste anche il coefficiente di IQ emotivo ed è definito come la capacità di riconoscere i propri e altrui sentimenti e la capacità di gestirli, e questa , a sua volta , è influenzata da vari fattori appresi durante il processo dello sviluppo infantile.
-Come si dovrebbe comportare un genitore quando suo figlio adolescente vive il primo amore?
È importante che l’adolescente non si senta invaso e che sia lui a venire da noi e chiederci di parlare. Un genitore in queste circostanze dovrebbe essere il più discreto possibile, per permettere all’adolescente di fare la sua strada, sentendosi libero però di potersi confidare con l’adulto. Cercate di capire i loro sentimenti anche se non sempre approvate il loro comportamento. Ascoltate con calma il loro punto di vista e quindi offrite il vostro nel modo più chiaro e onesto possibile. Gli adolescenti hanno voglia di scambiare idee con i loro genitori ma restano delusi quando questi “spiegano” più di quello che “ascoltano”. E’ importante far sapere loro che siete consapevoli di ciò che sta accadendo nella loro vita e che anche voi alla loro età lo avete vissuto, i vostri figli apprezzeranno molto la vostra presenza onesta e discreta e vi permetteranno di accompagnarli in questa nuova fase di crescita, condividendo con voi le loro prime esperienze amorose.
-Spesso i primi amori finiscono molto presto.
Un amore che finisce è sempre un grande dolore, specialmente quando accade ad un adolescente. A quell’età non si sa ancora come affrontare quel dolore, non si immagina neanche di poter tornare a sorridere, a quell’età si sta imparando ad amare, ma le istruzioni per l’uso bisogna scriversele da soli! In questi casi i vostri figli avranno bisogno di voi, della vostra esperienza e del vostro affetto. Trattate i vostri figli adolescenti con rispetto, in modo che possano sviluppare il rispetto per se stessi. Sarebbe meglio evitare di sminuire il loro dolore per la storia appena terminata, e non ridete a domande che all’apparenza sembrano ingenue o a dichiarazioni di amore eterno per colui o colei che ha infranto il loro cuore! Voi con gli anni avete imparato che dalla fine di un amore si può guarire, ma loro ancora non lo sanno, diamo loro il nostro sostegno, aiutiamoli a diventare adulti rispettando i loro sentimenti.
-A volte anche da adulti si torna a provare sentimenti adolescenziali. Come è possibile?
L’innamoramento è la prima fase di una relazione sentimentale e , come abbiamo detto in precedenza , è la fase dello sbandamento emotivo, del sentimento, incontrollato, irresistibile ed esaltante. E’ questa un’emozione che confonde e sconvolge, è un’emozione che acceca. Una malattia da cui pochi vorrebbero guarire. Una follia esaltata dai poeti, capace di sconvolgere le persone apparentemente più razionali e controllate. La nostra personalità si sente fiduciosa di realizzare i suoi sogni ed appagare i suoi bisogni e tutto questo è esattamente quello che prova un adolescente quasi tutti i giorni della sua giovane vita. L’innamoramento ci fa tornare adolescenti semplicemente perché ci permette di provare emozioni, sensazioni, che hanno fatto parte di noi e che, molto spesso, esiliamo nella nostra parte più inconscia e infantile, non adatta alla nostra età e al nostro status sociale. Innamorandoci riusciamo a dimenticarci di essere dottori, avvocati, dirigenti …. e riusciamo ad essere, teneramente, noi stessi, con qualche anno di meno.
La Dott.ssa Fanny Migliaccio sull’argomento ” L’amore in adolescenza ” ha scritto anche :
L’amore ai tempi di Victorious
Intervista pubblicata sul sito : http://www.diredonna.it/lamore-ai-tempi-di-victorious-74024.html.
L’amore in età pre-scolare e in adolescenza
Intervista concessa dalla Dott.ssa Fanny Migliaccio alla rivista settimanale ” Viversani & Belli ” n° 33
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Bullismo: cos’è e come si può prevenire?
Bullismo- Dott.ssa Fanny Migliaccio psicologa, Roma
Con il termine bullismo, traduzione italiana dell’inglese “bullying”, definiamo un insieme di comportamenti con i quali qualcuno compie ripetutamente azioni o affermazioni per avere potere su un’altra persona o per dominarla.
Si tratta di una definizione più complessa rispetto a quanto non appaia a prima vista, poiché non si riferisce ad un singolo atto, ma ad una situazione relazionale considerata nel suo svolgersi nel tempo.
Rispetto ai normali conflitti fra coetanei (anche di età molto giovane), il bullismo si distingue per la presenza di alcune caratteristiche essenziali:
- la prima è l’intenzionalità: il bullo mette in atto comportamenti aggressivi con lo scopo di offendere l’altro e di recargli danno o disagio;
- la seconda è la persistenza: la ripetitività dei comportamenti di prepotenza nei confronti delle vittime;
- la terza è l’interazione asimmetrica: il disequilibrio di forza fisica o psicologica tra bullo e vittima;
- l’ultima riguarda il comportamento di attacco: azioni offensive o aggressive nei confronti della vittima.
I comportamenti aggressivi dei bambini in età scolare, soprattutto nelle società occidentali, costituiscono un problema a più livelli, sia per la problematicità del comportamento stesso e della sua gestione, sia a lungo termine, per il fatto che i bambini “aggressivi” presentano più frequentemente difficoltà relative al rendimento scolastico e alle competenze sociali, con conseguenze che si ripercuotono negli anni, come lo sviluppo di comportamenti criminali, l’abuso di sostanze e comportamenti che mettono a rischio la propria salute e incolumità fisica.
Anche se rimane indubbiamente vero che l’esposizione a modelli violenti sia nei mass media che nel mondo reale rappresentano una parte centrale nel creare una struttura cognitiva ed emotiva nel bambino favorevole allo sviluppo e al mantenimento di comportamenti aggressivi (Huesmann, 1998), il ruolo chiave ce l’hanno sempre i genitori. Ebbene sì. Sembrerebbe che ancora una volta la “colpa” o, meglio, la responsabilità di tutto ciò, cada su mamma e papà.
CAUSE E CONCAUSE DEL BULLISMO
Secondo gli studi effettuati negli ultimi anni, cause e concause del fenomeno sarebbero diverse, e spesso concatenate fra loro.
Fra le principali cause:
– scarsa competenza sociale da parte di entrambi i soggetti, bullo e vittima, che potrebbe derivare dallo sviluppo di una modalità di attaccamento poco corretta nei confronti dell’adulto caregiver (di solito, la madre) durante i primi mesi di vita del bambino
– crisi del ruolo paterno, ormai diventato troppo “amicale”. I padri, infatti, non sarebbero più in grado di mantenere autorevolezza e di insegnare l’esistenza del senso del dovere e della regola, come “limitatore della libertà personale”
– abbassamento, da parte dei ragazzi, della soglia della violenza e del senso della giustizia, e totale concentrazione su se stessi, a causa dell’eccessiva tolleranza adottata nello stile educativo genitoriale
– crisi di valori da parte della società adulta, che non è più in grado di offrire punti di riferimento sicuri e modelli positivi di confronto per l’espressione del disagio degli adolescenti
– crisi di valori da parte della famiglia, soprattutto se “allargata” e portatrice di problemi a livello di relazione, che non sa più aiutare gli adolescenti e i pre-adolescenti nel processo di costruzione della propria identità. Di conseguenza, i ragazzi si rivolgono al gruppo dei pari, che diventa la “famiglia – surrogato” all’interno della quale esprimere bisogni e desideri.
Fra le concause è possibile ritrovare:
– problemi a livello psichico di uno dei genitori (anche non conclamati)
– dinamiche comportamentali non contenute dagli insegnanti che hanno in carico i bambini/
Il bullismo non è un problema solo per la vittima, è un problema anche per tutte le persone che sanno che questi comportamenti avvengono nella scuola o che vi assistono, per il clima di tensione e di insicurezza che si instaura.
Soprattutto nei casi di bullismo è fondamentale che l’intervento sia precoce, al fine di modificare per tempo i comportamenti inadeguati, mentre risulta meno valevole agire sulla psicopatologia ormai conclamata.
Anche l’intervento diretto sulla vittima, pur efficace a fini individuali, non lo è per quanto riguarda la riduzione del fenomeno: la preda cesserà di essere tale e il bullo ne cercherà presto un’altra con le stesse caratteristiche.
Per scongiurare lo sviluppo del fenomeno i docenti possono:
- affrontare in classe l’argomento con rilevazioni e discussioni
- controllare gli spazi e i momenti meno strutturati
- collaborare con alunni e genitori per rendere palesi le potenziali situazioni di prepotenza e per cercare soluzioni ai conflitti sottostanti
- promuovere la comunicazione trovando il giusto equilibrio tra fermezza, comprensione e sostegno.
Per prima cosa è basilare l’ascolto: i segnali di rivolta dei ragazzi non vanno repressi sul nascere, ma raccolti e analizzati come stimoli per un cambiamento.
Per questo è molto importante stimolare e favorire il dialogo in un clima di chiarezza e serenità che risulti il meno punitivo e colpevolizzante possibile.
In secondo luogo gli insegnanti devono porsi come modello comportamentale per i propri alunni mostrando loro come gestire in modo maturo ed equilibrato le loro relazioni sociali.
Questo non significa fare le veci dei genitori, semmai vuol dire integrare la loro azione mettendo di fronte al ragazzo altre figure adulte a cui appoggiarsi e a cui fare riferimento in caso di bisogno.
È fondamentale inoltre una collaborazione stretta e costante con le famiglie per far capire ai genitori che i loro figli possono assumere atteggiamenti diversi a seconda dell’ambiente in cui si trovano.
Comunicazione e dialogo quindi: solo così i piccoli bulli crescono e cambiano.
Ogni insegnante infatti può agevolmente dedicarsi ad una attenta e scrupolosa osservazione di “particolari sintomi” della condotta dell’alunno a lui affidato dalla famiglia e contribuire a prevenire e debellare completamente il bullismo, seguendo un procedimento, che si sviluppa in tre fasi:
riconoscere i bulli,
esaminare la loro insoddisfazione e le loro esigenze,
provvedere agli interventi emendativi e terapeutici secondo i casi.
L’azione preventiva deve essere rivolta a tutti gli alunni e non direttamente ai possibili bulli, poiché, al fine di un cambiamento duraturo e generalizzato, risulta più efficace agire sulla comunità che sul singolo. Infatti il potenziale bullo non è motivato al cambiamento in quanto le sue azioni non sono percepite da lui come un problema.
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Affettività e sessualità in adolescenza
Affettività e sessualità in adolescenza
Dott.ssa Fanny Migliaccio psicologa, Roma
L’ affettività si delinea nel corso dell’adolescenza ed è espressione diretta della personalità e della specifica organizzazione di significato personale di ciascuno; il suo percorso evolutivo non termina con la fine dell’adolescenza ma accompagna l’intero arco esistenziale, fino all’età più avanzata.
Considerando quanto appena detto, la sessualità, che raggiunge la maturazione funzionale nel corso dello sviluppo puberale, non costituisce che un aspetto, sia pure essenziale, della dimensione affettiva di ogni persona.Una sessualità adeguata (nel senso di accettabile per il soggetto che la vive, in accordo con come si vede e come si progetta) rappresenta un obiettivo di fondamentale importanza per una buona maturazione.Un ambiente affettivamente adeguato, rapporti tra coniugi (e, più in generale, tra tutti i membri della famiglia) equilibrati, chiari, empatici, non superficiali sono condizioni di fondamentale importanza rappresentano il maggiore elemento di prevenzione dei disturbi affettivi.
Se la maturazione affettiva rappresenta l’ambiente soggettivo entro cui si struttura e acquista uno specifico significato della personalità, la sessualità (che ne rappresenta, una dimensione) segue tappe evolutive più evidenti, che assumono un importanza essenziale durante la pubertà. I profondi cambiamenti realizzatisi negli ultimi decenni nella società occidentale hanno fortemente condizionato il modo di considerare la vita sessuale, soprattutto per quanto concerne gli adolescenti.Inoltre, anche a proposito della sessualità, occorre tenere presente che è impossibile pensare all’adolescenza come ad una fase della vita sufficientemente omogenea e caratterizzabile. Anzitutto, lo sviluppo psico-sessuale segue tappe diversificate, anche cronologicamente, a seconda del sesso.
In secondo luogo, ogni adolescente presenta caratteristiche di unicità e irripetibilità, vive cioè il passaggio dalla fanciullezza all’adultità a modo suo, sulla base delle proprie caratteristiche e della propria organizzazione ideo-affettiva, attraverso la quale costruisce un suo peculiare significato personale.Dunque, anche per quanto riguarda la sessualità, un adolescente non può essere visto come una sorta di bambino cresciuto o di adulto incompleto, nè come la riedizione della nostra adolescenza e delle esperienze da noi vissute alla sua età; e invece una persona assolutamente unica ed originale, che partecipa nella sua globalità ai cambiamenti in atto, che va ascoltata e compresa e con cui ci si deve confrontare in un rapporto di reciproca attenzione.
La sessualità (e, più in generale, l’affettività) ripropone due grandi problematiche adolescenziali. Di fronte a sè l’adolescente vede aprirsi non una, ma una serie di possibilità (magari trascurate o rinviate), con la conseguenza di dover operare prima o poi delle scelte.
Si sente in trasformazione, assiste a profondi cambiamenti nell’aspetto e nella funzione, non è più il soggetto indifferenziato della fanciullezza: deve in qualche modo farsi carico della propria corporeità, non solo difendendo la propria identità personale, ma anche accettando ad integrando nell’immagine di sè la propria mascolinità o femminilità, compresi eventuali difetti e disfunzioni.
La comparsa dei caratteri sessuali secondari comporta dunque l’accettazione,a volte fonte di preoccupazioni e di crisi, della propria sessualità, dell’appartenenza ad uno specifico sesso, sia da un punto di vista biologico che da quello sociale. L’adolescente abbandona le relazioni infantili e la visione, totalizzante ed univoca, che aveva del mondo e che dava sicurezza e continuità al suo senso di identità personale. La seconda problematica è data dal bisogno di dar vita ad un nuovo universo affettivo e nasce dal bisogno di autoaffermazione e di autodeterminazione, che porta l’adolescente a vivere in prima persona le proprie esperienze, staccandosi dai modelli familiari e ridefinendo i rapporti significativi. Nascono così i primi innamoramenti, le prima cotte, spesso superficiali e transitorie e all’inizio più sognate che attuate. Il debutto affettivo può rafforzare una buona immagine personale o, al contrario un’immagine svalutata o insicura.
Uno degli aspetti cruciali derivanti dall’affacciarsi delle problematiche sessuali è la notevole enfasi attribuita al proprio aspetto fisico ed ai propri atteggiamenti; ciò produce spesso una forte paura di uscire allo scoperto, di esporsi, di rivelare quello che si prova, di farsi giudicare, di non essere adeguati o all’altezza della situazione, di fallire. Dunque nella maturazione adolescenziale la sessualità assume un ruolo centrale sia sotto l’aspetto fisico che sotto quello psico-sociale. Essa non è mai separabile dall’affettività, ma ne è in qualche modo lo strumento ed il catalizzatore.
L’affettività adolescenziale va presa in considerazione molto seriamente, sia per la forte pregnanza con cui viene vissuta, sia per il ruolo strumentale che essa ha nei confronti del futuro stile affettivo della vita adulta. È pertanto importante che i legami adolescenziali vengano vissuti come “esperimenti fisiologici” alla ricerca del rapporto giusto: quello dove l’elemento centrale non sia l’essere accettati dall’altro, ma il condividere valori e progetti, in maniera partecipante attiva ed aperta all’ascolto dell’altro: non occorre essere la “fotocopia” dell’altro per stare bene insieme ma occorre vivere il rapporto con rispetto e attenzione reciproca.
In questo cammino di crescita l’adolescente non deve sentirsi solo, mentre sperimenta profondi cambiamenti che ne modificano l’immagine e i ruoli sociali; deve cioè essere aiutato nello scoprire la propria sessualità e nel prevenire ed eventualmente correggerne le alterazioni; deve essere informato e deve poter provare validi punti di riferimento con cui confrontarsi; deve essere rassicurato e supportato con chiarezza nei dubbi e nelle ansie che emergono. Ma soprattutto è necessario che sia rispettato come persona che, nella ricerca di una adeguata concezione di sè e del mondo, ha bisogno di non essere sostituito, svuotato, limitato, intruso, frenato da scorretti interventi esterni, tanto più dannosi quanto più inutilmente iperprotettivi e invischianti.
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