Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), si parla di infertilità di coppia quando non si riesce a procreare dopo 12-24 mesi di tentativi. Quando questo accade la coppia si trova a dover fare i conti con una realtà fino ad allora non presa in considerazione e cioè: “siamo una coppia sterile?”.
Questo innesca all’interno del rapporto una serie di meccanismi quali: frustrazione, stress, inadeguatezza e perdita. Questi stati d’animo sono una conseguenza della infertilità ma, a volte, possono essere anche le cause che accompagnano il fenomeno della sterilità, in quanto può essere proprio una specifica condizione psicologica preesistente ad indurre infertilità.
La diagnosi di infertilità, di solito viene confermata dopo esami diagnostici di vario tipo, ai quali si sottopongono sia l’uomo che la donna. Quando la conferma arriva la coppia viene messa in discussione. Che sia la donna o che sia l’uomo il soggetto sterile, in entrambi i casi, è la coppia a pagarne il costo. La coppia messa in discussione può reagire in modi diversi: rinforzando il legame affettivo che li unisce, attivandosi nella prospettiva di superare, insieme, il disagio indotto dalla presa di coscienza della loro difficoltà procreativa, oppure manifestando disagio e insofferenza per la situazione e, a volte, rancore nei confronti del partner sterile. Tutto ciò genera la crisi di coppia.
L’uomo e la donna vivono diversamente la loro sterilità, sia da un punto di vista emotivo e relazionale, sia sociale. La donna diagnosticata sterile, o con problemi di fertilità, vive un senso di colpa maggiore, in quanto donna che socialmente “deve” essere anche madre, sente di aver fallito e di essere incompleta. Questo la porta all’isolamento emotivo e sociale. Riesce difficilmente a condividere il suo dolore e, a volte, subentra un senso di vergogna, per non essere ciò che gli altri si aspettano da lei. Il partner, diventa sia sostegno che compagno di sventura, e non sempre riesce a starle vicino come lei vorrebbe.
I commenti dagli estranei, possono essere molto dolorosi,
perché minimizzano la gravità della situazione. A volte questo dolore si può
trasformare in rabbia. E sono proprio queste emozioni “fastidiose”
come la rabbia, invidia, l’imbarazzo, la vergogna, i sensi di colpa che possono
condizionare la fertilità, tanto quanto i problemi fisiologici.
Le donne non devono soltanto affrontare gli estranei ma anche i loro stessi
sentimenti: quando una donna presenta difficoltà nel mettere al mondo dei
figli, la sua autostima ne potrebbe risentire.
Le donne considerano come una specie di offesa vedere che altre donne riescono
ad avere figli con grande facilità e spesso senza nemmeno
“meritarli”.
Le reazioni di un uomo possono essere molto simili a quelle della donna. Nel momento della comunicazione della diagnosi di sterilità da parte del medico, la prima sensazione può essere di shock ed incredulità. Ci possono essere uomini che si sentono come insultati quando il medico prospetta l’ipotesi che il problema sia di natura maschile. Generalmente gli uomini tendono a non pensarci e non si concedono di riconoscere e vivere le emozioni relative al problema. A seguito di una diagnosi di infertilità, potrebbe verificarsi un periodo di difficoltà erettive del pene.
In risposta a questi fenomeni, senza intervento di sostegno
alcuno, si ha frequentemente la rottura della coppia e ancor più un progressivo
disinteresse reciproco sia sul piano affettivo che individuale.
Si auspica ormai un approccio olistico a questo tipo di problema, dove la
consulenza psicologica affianca i programmi diagnostico terapeutici. La
consulenza non si pone soltanto come contenimento dell’ansia e della
frustrazione sviluppata ma anche come efficace mezzo di prevenzione delle
sequele psicologiche e psicosessuali.
Gli obiettivi della consulenza alla coppia infertile sono principalmente tre:
1. Accurato esame della situazione psicologica e relazionale (sia di coppia che
individuale).
2. Cercare di minimizzare l’impatto degli eventi medici e fisici che la coppia
dovrà affrontare, attraverso l’informazione costante e il totale accoglimento
dei sentimenti di tristezza, colpa etc.
3. Identificare le situazioni a rischio, selezionando per ogni singola coppia
il trattamento adeguato.