Fanny Migliaccio Psicoterapeuta Roma


L’Invidia: “Cos’è e come può essere affrontata” ?

 

Sull’invidia è stato detto tanto, forse troppo: “di invidia si può morire, a provarla si può diventare verdi , l’invidia è uno dei sette vizi capitali, solo i cattivi la conoscono…”, ma ciò che non si dice spesso è che l’invidia è un sentimento umano, naturale, e a provarla non si muore e né si diventa verdi ! Da sempre ci hanno insegnato che provare invidia è male, così quando ci capita di provarla ce ne vergognamo, ci sentiamo cattivi, ci sentiamo in colpa nei confronti di coloro che subiscono la nostra invidia, così cerchiamo di trasformarla in qualcos’altro che camuffiamo sotto forma di  : “stima per il vicino di casa che ha avuto la promozione, ammirazione per il compagno di classe che si è laureato con il massimo dei voti, felicità per l’amico che ha vinto alla lotteria”, ma dentro di noi avremmo tanto, ma proprio tanto voluto essere al loro posto!

E’ davvero peccato essere invidiosi? E’ davvero peccato “desiderare la roba d’altri” ? A mio parere l’invidia è solo il sintomo di qualcosa che ha a che fare con le nostre insicurezze, con la paura di non riuscire a fare bene come ha fatto l’altro o di non essere la persona che ci piacerebbe apparire agli occhi degli altri. Alcuni studi condotti in America hanno evidenziato che le persone con bassa autostima sono quelle che risultano essere più invidiose. Sono quelle persone che sentono di non riuscire, malgrado i loro sforzi, ad ottenere soddisfazione da ciò che fanno . Questo in gran parte dipende dalla loro capacità di impegnarsi per ottenere gli obiettivi prefissati. Più l’autostima è bassa, più la fiducia nelle proprie capacità non sarà sufficiente per dimostrare a sè stessi e agli altri di poter ottenere dei buoni risultati.

Da un punto di vista strettamente evoluzionistico potremmo  considerare l’invidia come un effetto collaterale delle dinamiche legate alla competizione all’interno di una specie o tra specie differenti riconducibile a una necessità di sopravvivenza.

In genere coloro che hanno più probabilità di sviluppare questo sentimento di invidia  sono persone con un’infanzia difficile. Sono stati bambini con genitori con personalità ambivalente, con disturbi dell’affettività e a loro volta invidiosi, che hanno insegnato loro che non avere ciò che hanno gli altri non dipende da ciò che essi hanno fatto, ma dall’ingiustizia della vita, dalla società che non aiuta i più deboli. Questo atteggiamento di “non responsabilità” insegna ai bambini che non si è artefici del proprio destino, ma si subisce un destino deciso da altri, rendendoci vittime di una società ingiusta. Questi bambini impareranno a sentirsi vittime, e non avranno fiducia non solo nella società in cui vivono, ma tanto meno in loro stessi e nella loro capacità di poter cambiare le cose. Questi svilupperanno rancore, gelosia ed invidia per chi è stato più “fortunato” di loro, per chi ha avuto di più e che ,secondo loro, non lo meritava.

Gli atteggiamenti che questi bambini avranno da adulti saranno :

Di diritto -> “Merito anch’io quello che hanno gli altri- Non è giusto che gli altri abbiano più di me”

Di frustrazione -> “Non riesco ad ottenere ciò che voglio e ciò di cui ho bisogno”

Di incolpare -> “Non è colpa mia ma degli altri, del destino, di Dio o della società”

Risentimento e rabbia -> “Non è giusto, capita tutto a me, se fossi nato ricco….”

A questi atteggiamenti se ne aggiungeranno altri che sono la conseguenza, quasi naturale di questi ultimi,  e che si manifestano quando l’adulto smette di essere il bambino ferito e riconosce le sue responsabilità per la situazione in cui si trova.

Questi sono : “la vergogna ed il senso di colpa”.

La vergogna ed il senso di colpa cominciano a manifestarsi quando a causa della nostra invidia diventiamo rabbiosi, sgarbati, ce la prendiamo con gli altri per qualcosa che non hanno fatto o, al contrario, per qualcosa che è stato fatto… insomma,questi due sono i sentimenti che ci riportano sul piano di realtà e che, al tempo stesso, ci fanno riflettere sul perché ci comportiamo in quel modo. Se non provassimo questi sentimenti non riusciremmo a capire quali sono le nostre debolezze, e continueremmo a dare la colpa agli altri senza assumerci le nostre responsabilità.

Possiamo dedurre che per limitare l’invidia eccessiva possono aiutarci :

-La Responsabilità (riconoscere con maturità e consapevolezza le conseguenze del proprio comportamento)

-Valutare noi stessi onestamente (riconoscere i nostri limiti e provare a superarli)

-Potenziare il nostro sé (nutrire il bambino ferito)

Se vuoi trasformare l’invidia  in un sentimento positivo :

– Accetta e riconosci le sensazioni che ti dà. Senti di provare invidia per qualcosa e per qualcuno? Prenditi del tempo per “vivere” l’emozione, accettando tutto quello che ti porta.

– Comprendine il vero significato: che cosa stai davvero invidiando? La persona? La cosa che ha o ha fatto? Il modo in cui l’ha ottenuta? Il modo in cui si comporta? La sua vita attuale e/o il suo futuro? Oppure stai invidiando semplicemente una situazione e una storia?

– Definisci esattamente che cosa vuoi per te e come fai a ottenerlo: Sei sicuro/a che quello che invidi all’altra persona possa renderti realmente felice? O quello che ti rende felice è qualcosa di diverso? Se ci pensi bene, che cosa desideri davvero per te? Come puoi realizzarlo?

– Creati dei modelli positivi: la persona o la situazione che invidi, possono insegnarti qualcosa di positivo e di utile? C’è qualcosa che tu puoi fare per ottenere ciò che vuoi, prendendo come esempio e modello o anche solo come fonte di ispirazione coloro che invidi, mantenendo  la tua personalità e unicità?

Ci sono diversi tipi di invidia :

– Invidia per le cose materiali, come un veicolo, elettrodomestici, casa, gioielli

– Invidia per le cose astratte, come la ricchezza, la fama, il potere, il prestigio, l’amicizia, l’amore, opportunità, esperienze,salute

– Invidia per le doti naturali come la solarità, la fiducia in se stessi, la fede, l’intelligenza, il ritmo, o la serenità

– Invidia per l’aspetto fisico,  la pelle chiara, gli occhi celesti, bei capelli, una vita sottile, un’abbronzatura dorata,  uno splendido    sorriso, etc

– Invidia per un meraviglioso compagno , il matrimonio, un bambino dotato, la famiglia ad alto nutrimento

L’invidia può essere : “cronica – patologica” o “lieve – occasionale” .

Di solito chi soffre di invidia cronica o patologica è colui che difficilmente si assume le proprie responsabilità , che ha gravi problemi di egocentrismo e molta difficoltà a mettersi nei panni dell’altro. Queste persone nascondono molto bene ciò che provano, in quanto per loro sarebbe umiliante mostrarsi invidiosi perché significherebbe essere mancanti in qualcosa.Il successo dell’altro viene percepito unicamente come una minaccia, come un ostacolo alla propria affermazione. Questo comportamento provoca in loro reazioni di rabbia e aggressività apparentemente immotivata.

L’invidia lieve e occasionale , invece, fa parte del normale e naturale comportamento umano, come quando desideriamo per un momento la fortuna che è capitata a qualcun altro, e che spesso ci fa vergognare e sentire in colpa.

In conclusione : “Non si può pensare che un essere umano non abbia mai provato invidia per qualcuno o per qualcosa, fa parte della nostra natura e non c’è niente di male se ciò avviene, a patto che ci sia consapevolezza che ciò che ci accade, il più delle volte, dipende da noi e che questo atteggiamento non ci porti a provare rabbia per un destino crudele che non meritiamo. Saperci assumere le nostre responsabilità, riconoscere i nostri limiti, avere la voglia di superarli, questi sono gli atteggiamenti che faranno si che la nostra invidia sia solo un mezzo per metterci in discussione e trasformare il bambino che è in noi, che batte i piedi quando desidera ciò che non può avere, in un adulto capace e responsabile”.

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L’invidia

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