L’Approccio Gestalt
Psicoterapia – Dott.ssa Fanny Migliaccio psicologa, Roma
Gestalt è una parola tedesca che non ha una traduzione diretta in italiano. Approssimativamente, significa”forma”, “totalità”, “configurazione”.
La forma o configurazione di qualsiasi cosa è comoposta da una “figura” e da uno “sfondo”.
Per esempio, in questo momento, leggendo questo testo si può notare che le lettere costituiscono la figura e gli spazi bianchi lo sfondo; questa situazione può invertirsi e ciò che si trova in figura può passare sullo sfondo e viceversa.
Il fenomeno descritto, che si inscrive nell’universo della percezione, coinvolge anche tutti gli aspetti dell’esperienza.
Ad esempio, situaziozni che ci preoccupano nel momento attuale e che , quindi, si collocano in figura, nel momento in cui il problema o la necessità che le hanno create svaniscono, si trasformano in situazioni poco significative, andandosi a collocare sullo sfondo.
Ciò avviene in special modo quando si riesce a portare a termine o “chiudere” una gestalt: essa si ritira dalla nostra attenzione e va sullo sfondo, e dallo sfondo emerge una nuova gestalt sostenuta da qualche nuova necessità.
Questo ciclo di apertura e chiusura di gestalt è un processo permanente, che si produce durante tutta la nostra esistenza.
L’approccio Gestalt è un approccio olistico, ovvero percepisce gli oggetti e soprattutto gli esseri viventi come totalità.
In Gestalt si dice: “il tutto è più della somma delle parti”.
Tutto esiste e acquisissce un significato all’interno di un contesto specifico; nulla esiste per se stesso, isolato.
L’approccio Gestaltico è essenzialmente un modo di vivere la vita con i piedi ben posti per terra. Non pretende di indirizzare l’individuo verso un cammino esoterico o verso l’illuminazione.
È un modo di stare in questo mondo in forma piena, libera e aperta;
L’approccio gestaltico è anche uno stile di vita, da ciò deriva il fatto che risulti più adeguato denominarlo “approccio”, che è un termine più ampio di “terapia”, che restringe le sue possibilità di applicazione all’ambito clinico.
La consapevolezza
Questo è il concetto base su cui si fonda la Terapia Gestalt.
In poche parole, cosapevolezza significa entrare in contatto, naturale, spontaneo, nel qui ed ora, con ciò che uno è, sente e percepisce.
Questo concetto assomiglia in qualche maniera all’insight, anche se è più ampio;
La Psicoterapia della Gestalt ha come obiettivo di far sì che la persona divenga consapevole della “sua propria forma”, del suo modello e della sua interezza tramite l’integrazione di tutti i suoi aspetti, soprattutto di quelli meno consapevoli.
La terapia è centrata su tentativi di allargare la consapevolezza del sé delle persone, mediante il ricorso alle esperienze passate, ai ricordi, agli stati emotivi, alle sensazioni corporee, ai sogni, affinché l’individuo possa far emergere liberamente tutte le proprie potenzialità rimaste, fino a quel momento, sopite o represse.
Il principio del qui ed ora
è uno dei principi più importanti e fecondi della Terapia Gestalt.
Con il fine di fomentare la coscienza dell’adesso, e facilitare così la consapevolezza, suggeriamo alle persone che comunichino le loro esperienze (parlando) al tempo presente.
La forma più efficace di reintegrare nella personalità le esperienze passate è portarle nel presente, attualizzarle. una specie di concatenazione organizzata di insight.
Una caratteristica fondamentale della psicoterapia della Gestalt consiste quindi nel metodo operativo che si fonda prevalentemente sull’esperienza (anche attraverso l’utilizzo di alcune tecniche particolari), sia nel comprendere i problemi del paziente che nella scoperta ed esplorazione delle possibili soluzioni.
Nella psicoterapia individuale i colloqui si svolgono faccia a faccia; nella terapia di coppia usualmente i partners sono presenti contemporaneamente.
Ogni piccolo cambiamento viene vissuto in terapia come una esperienza viva, dove il paziente ha la possibilità di esplorare le soluzioni ai suoi problemi non solo attraverso comprensioni intellettuali e razionali ma anche grazie ad una comprensione di tipo fenomenologico che include emozioni ed esperienze corporee.
L’aspirazione è che attraverso un coinvolgimento creativo nel processo della Gestalt una persona:
- Impari a riappropriarsi delle sue esperienze, anziché proiettarle sugli altri
- Impari a prendere consapevolezza dei propri bisogni e a sviluppare la capacità di soddisfare se stessa senza prevaricare gli altri
- Arrivi a un contatto più pieno con le proprie sensazioni, imparando ad annusare, gustare, toccare, udire e vedere, assaporare tutti gli aspetti di se stesso
- Faccia esperienza del proprio potere e della propria capacità di autosostegno, anziché piagnucolare, accusare gli altri o inculcare sensi di colpa per ricevere sostegno dall’ambiente
- Diventi sensibile a ciò che lo circonda, indossando allo stesso tempo una corazza nelle situazioni che sono potenzialmente distruttive o nocive
- Impari ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni e delle loro conseguenze
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Cos’è la psicoterapia Gestalt?
La psicoterapia Gestalt
Psicoterapia Gestalt – testo wikipedia, video Dott. Paolo Baiocchi
La psicoterapia Gestalt (dove la parola tedesca Gestalt significa forma, schema, rappresentazione), detta anche psicologia della forma, è una corrente psicologica riguardante la percezione e l’esperienza che nacque e si sviluppò agli inizi del XX secolo in Germania (nel periodo tra gli anni ’10 e gli anni ’30), per poi proseguire la sua articolazione negli USA, dove i suoi principali esponenti si erano trasferiti nel periodo delle persecuzioni naziste.
Storia
La parola Gestalt fu usata per la prima volta, come termine tecnico, da Ernst Mach[1]; in seguito Edmund Husserl[2] e Christian von Ehrenfels[3] ripresero il termine da Mach nelle loro teorie psicologiche a fondamento filosofico.
Fondatori della psicologia della Gestalt sono di solito considerati Kurt Koffka, Wolfgang Köhler e Max Wertheimer che sono stati certamente i principali promotori e teorizzatori scientifici di questa corrente di ricerca in Psicologia. I loro studi psicologici si focalizzarono soprattutto sugli aspetti percettivi e del ragionamento/problem-solving. La Gestalt contribuì a sviluppare le indagini sull’apprendimento, sulla memoria, sul pensiero, sulla psicologia sociale.[4]
L’idea portante dei fondatori della psicologia della Gestalt, che il tutto fosse diverso dalla somma delle singole parti, in qualche modo si opponeva al modello dello strutturalismo, diffusosi dalla fine dell’Ottocento, ed ai suoi principi fondamentali, quali l’elementarismo.
Le teorie della Gestalt, si rivelarono altamente innovative, in quanto rintracciarono le basi del comportamento, nel modo in cui viene percepita la realtà, anziché per quella che è realmente; quindi il primo pilastro della teoria della Gestalt fu costruito sullo studio dei processi percettivi e in una percezione immediata del mondo fenomenico.[5]
Il modello teorico della Gestalt riguardante il pensiero si oppose a quello comportamentista, secondo il quale gli animali risolvevano le problematiche con un criterio costituito da tentativi ed errori, proponendo invece un criterio di spiegazione formato dal pensiero, dalla comprensione e dalla intuizione.
Anche nel settore della psicologia sociale le teorie della Gestalt entrarono in conflitto con quelle comportamentiste, che prevedevano di spiegare il comportamento sociale solo in base alle gratificazioni sociali, quali l’elogio e l’approvazione, e proposero invece la teoria dell’attribuzione che metteva in risalto le sensazioni, le percezioni, gli obiettivi, le intenzioni, le convinzioni, le motivazioni e le credenze.[4]
Successivamente, importanti studi furono condotti da Lewin con la teoria del campo e Goldstein con una teoria della personalità secondo la quale l’intero organismo partecipa al comportamento.
In seguito a partire dagli anni ’60, la Gestalt soffrì per alcuni decenni della sua difficoltà a misurarsi con l’avanzato metodo sperimentale e gli approcci psicometrici utilizzabili dal nascente movimento cognitivista, ed il suo modello di teoria della mente si dimostrò meno euristico di quello del cognitivismo in tutti i settori che non fossero legati alla psicologia della percezione. Solo in quest’ultimo ambito, per via di alcune difficoltà a spiegare alcuni fenomeni percettivi in un’ottica strettamente cognitivista, la Gestalt ha recuperato un limitato interesse alla fine del XX secolo. Interessante appare infatti l’attenzione agli aspetti fenomenici della percezione, che il cognitivismo ha in parte trascurato nel suo programma di ricerca. Anche se teorie sui campi elettrici del cervello hanno perso, col passare degli anni, la considerazione da parte dei fisiologi.
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