DISTURBO BIPOLARE, SEMPRE PIÙ DA VIP
Articolo tratto da http://www.medicina-benessere.com
La malattia bipolare è una patologia concreta e molto grave, in cui il paziente alterna umoralità euforiche a momenti di grave depressione:
il vero paziente affetto da malattie bipolare vive quindi il disagio di un’instabilità emotiva che gli rende difficile vivere normalmente
e con serenità, è assistito da personale medico e in genere tenuto sotto controllo da terapia farmacologica adeguata.
Gli stadi di euforia della malattia bipolare sono caratterizzati da megalomanie, slanci affettivi incontrollati, generosità economica eccessiva, un’energia che porta i malati a non mangiare e dormire per giorni, a sentire voci e a parlare quasi ininterrottamente. Gli stati di depressione durano lo stesso molto tempo, sono caratterizzati da totale apatia, prostrazione, pianto incontrollato e frequente, manie persecutorie o suicide.
Tuttavia sembra che sempre più persone perfettamente sane giochino a emulare questo grave disturbo psicologico, con l’effetto di ridicolizzare la malattia bipolare e anche chi ne soffre. Sembra infatti che in seguito alle confessioni di alcune celebrità tra cui Mel Gibson e Robbie Williams (persone che, lungi dal pensare che la propria umoralità sia una conseguenza dell’abuso di alcol e droghe, si dichiarano affette da malattia bipolare) il disturbo bipolare sia diventato di moda.
Con il risultato di fare migliaia e migliaia di adepti, quasi che una malattia psicologica sia sinonimo di creatività, personalità, maggiore sensibilità o intelligenza. Tanto che non ci si stupisce da quante persone si dichiarano affette da malattia bipolare senza esserlo davvero: così, per gioco, o perché ci si sente un po’ giù e vantarsi dei propri stati d’animo è diventato cool.
Esiste così un gruppo su facebook e molti personal blog in cui gli autori parlano con tranquillità di bipolarismo, e chiedono in giro farmaci per curarsi.
Tanto che in Inghilterra due psichiatri del servizio sanitario nazionale hanno persino lanciato un clamoroso allarme su quanti falsi malati confondano un’umoralità normale con la malattia bipolare. L’idea è che l’auto-diagnosi sia sempre più una mistificazione della realtà della vita del paziente e sempre più un abbaglio che confonde gli operatori, fa perdere tempo alle persone di competenza e prende in giro chi invece soffre sul serio.
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